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Mozzarella per pizza: perché è così difficile trovarle fatte con latte fresco?

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Pesco dall’articolo una domanda che alla fine dei giochi per noi consumatori è fondamentale:

C’è un modo per il consumatore per capire che tipo di lavorazione ha subito la mozzarella usata per la pizza? Se è stata prodotta con latte fresco o cagliata conservata?

La risposta è semplice: no.

Nella puntata del 16 febbraio scorso di “Mi Manda RaiTre” si è parlato di mozzarelle per pizza, o meglio di come molte pizzerie utilizzano un prodotto ottenuto da semilavorati – le famigerate cagliate, magari preparate con latte in polvere e proveniente dall’estero – e non da latte fresco.

Il motivo? Rispetto alle mozzarelle tradizionali, questi prodotti costano meno e hanno una resa maggiore, ma c’è un piccolo problema.

Quando la pizza si raffredda il formaggio a pasta filata assume l’aspetto di una lastra di plastica.

Partendo da queste premesse, l’inviato del programma ha portato 14 mozzarelle per pizza acquistate da un grossista all’Università di Foggia, presso il laboratorio di Aldo Di Luccia, ordinario di Scienze e Tecnologie Alimentari.

Qui sono state sottoposte ad analisi per individuare i marcatori molecolari che permettono di distinguere la mozzarella prodotta direttamente da latte, da quella ottenuta con semilavorati.

Il risultato?

11 campioni su 14 sono fatti a partire da cagliata. Non va meglio per gli altri 3 che sono giudicati dubbi.

continua la lettura qui: Mozzarella per pizza: perché è così difficile trovarle fatte con latte fresco?



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